Scrivere di tre giorni di dibattito, convivialità, tavoli di lavoro, teatro, cucine, mercato senza mercanti, musica, capannelli, assemblee plenarie…. Non è una cosa facile! Viste le modalità in cui si è sviluppata la Tre Giorni, ho atteso qualche tempo prima di buttare giù queste note, sia per avere qualche report (ci sono state diverse cose in contemporanea) sia per vedere se si riusciva a scrivere in modo corale un report. Come una delle articolazioni della stessa Tre Giorni. Conviviale e dialogante al nostro interno e con tutt* gli/le sfruttat* ed oppress*, chiara e determinata nei confronti delle contraddizioni imposte dai dominii e poteri di questa nostra epoca.
Il rapporto con le cose pratiche che abbiamo ritrovato ritornando nei nostri territori, come gli ultimi giorni delle vendemmie, i lavori in cantina, la raccolta delle olive e degli agrumi, la cura degli animali, gli orti autunnali e l’insieme delle attività quotidiane hanno allungato i tempi. Sarà quindi un report scritto individualmente, forse più asettico ed asciutto (parziale) di come servirebbe.
La Tre Giorni di Genuino Clandestino, (insieme di) Comunità in Lotta Per l’Autodeterminazione Alimentare, inizia con le giornate di lavoro per sistemare il luogo dell’incontro, il CSOA Forte Prenestino, insieme ai compa* del territorio e si apre con gli arrivi dal venerdì 18: accoglienza ed inizio di un dibattito assembleare sul rapporto città/campagna, dove riportare le diverse esperienze, capire il filo che le lega, vedere e confrontarsi su eventuali differenze, individuare le prospettive.
Entrando nel merito dell’assemblea: la proposta nasce per allargare a tutt* il dibattito che si è sviluppato in tT (terraTerra) e nella rete di rapporti territoriali che i rurali di tT hanno con diverse parti di Roma e degli altri aggregati urbani del centro Italia. Si sa che tutte le altre situazioni stanno non solo praticando questo, attraverso i mercati senza mercanti e la certificazione partecipata, ma stanno approfondendo sia ulteriori modalità, sia una ricerca strategica di senso.
Ne viene fuori un dibattito che mette al centro i temi agricoli dell’espansione delle monoculture, ad esempio quella della nocciola in centro Italia che si espande, producendo il restringimento della biodiversità nei territori soggetti e quello che si può fare per boicottare queste produzioni non solo nei territori rurali ma anche nelle città; viene presentata l’esperienza di un gregge collettivo, gestito da un pastore ma condiviso con la realtà cittadina attraverso l’adozione di singole pecore e lo scambio di formaggi; come incrementare il mutuo aiuto attraverso calendari d’eventi rurali ed urbani per condividere lavori e formazione; l’autodeterminazione alimentare come tema che coinvolge tutt*, città e campagna, oltre e contro i ruoli; l’esperienza di Roma dove si sta sviluppando da tempo, insieme al dibattito, anche una maggiore integrazione nel quartiere del Pigneto (spazi comuni tra la realtà locale e tT, lettura dell’ecologia urbana, scambi stabili di lavori tra città e campagna, analisi come dire “dall’Antropocene al Capitalocene”, ecc.); l’inizio di una riflessione sui tempi di vita e di lavoro, sul tempo come base di pratiche mutualistiche ed autogestionarie; la città come luogo dove sviluppare attività di artigianato da recupero metalli, plastiche, circuiti elettrici ed elettronici per manufatti da riutilizzare, nel solco di fabbriche recuperate e laboratori; laboratori di trasformazione alimentare; la necessita/possibilità di rapporti con situazioni e movimenti urbani come quello del diritto all’abitare e quelli giovanili che si stanno sviluppando per il diritto ad un futuro ecologicamente equilibrato. Quest’elenco serve per dare un’idea della vastità dei temi trattati e di ciò che bolle in pentola nel rapporto citta/campagna e le sue evoluzioni, non ultime le ricerche di risposte collettive alle “leggi sicurezza”; alle repressioni in atto nei confronti delle situazioni di occupazioni abitative, di terre, di spazi sociali; alla devastazione ambientale; alla guerra interna contro poveri e migranti e quella internazionale. In sostanza: partire dalla peculiarità delle situazioni per ricostruire dinamiche di movimento che mettano al centro autogestione ed azione diretta.
La serata del venerdì vede la convivialità della cena, dove ognuno ha portato qualcosa e la cucina del Forte fa da supporto, la proiezione del video Antropocene”, la musica proposta da Gaiamò, contadin* ed artisti di talento, con i successivi e immancabili cori a cappella della tradizione popolare ed anarchica.
Il sabato inizia con un momento di plenaria, pochi minuti per introdurre dei temi e la modalità di confronto: due macrotemi a) “Relazione e cura nei contesti politici e territoriali”, che permette di spaziare sull’organizzazione interna delle situazioni, al ruolo femminile nei lavori agricoli, al patriarcato, all’autoritarismo nei rapporti, alle buone pratiche messe in campo, ecc.; b) “Cura e custodia dei territori”, come dire autodeterminazione contro le nocivita. Questi temi da articolare in tavoli di 10/15 persone per permettere a tutt* di dire la propria, tavoli da sviluppare al mattino, fino all’ora di pranzo. Tra i vari gruppi che si formano c’è ne è uno tutto al femminile che mette al centro i problemi di genere; in quello in cui sono presente io si sviluppa un dibattito sui tempi dei lavori in aree rurali, il senso del confronto e della convivialità durante i lavori agricoli, come trasportare queste modalità nell’insieme dei lavori autogestiti, anche nelle città, e le esperienze in corso. Le parti salienti verranno riportate nell’assemblea plenaria della sera.
Il pomeriggio di sabato vede i tavoli più tradizionali, a tema: Difesa del suolo ed orticoltura; Artigianato; Comunicazione; Garanzia partecipata; Mutuo aiuto; Libere trasformazioni ed un tavolo intitolato “Dai rifiuti nascono i fior”, dove vedere in modo pratico il riciclo o la riparazione di macchinari (meccanici, elettrici, elettromeccanici, elettronici ecc.), anche come elementi strategici contro l’usa e getta, insieme alla costruzione di reddito per le realtà autogestionarie (nel concreto si vede come da i materiali presenti in una lavatrice si possono ricavare sistemi per l’irrigazione automatizzata, si accennano nei campanelli conseguenti ipotesi su sistemi energetici come il minieolico auto costruito, ecc., tutte cose importanti per l’agricoltura e l’artigianato, oltre che per le persone in generale).
Anche quanto emerso da questi tavoli verrà riportato nella plenaria serale, per condividere i percorsi dei territori e decidere gli impegni collettivi, con la modalità che permette l’autonomia delle situazioni ed un percorso federalista.
Assemblea che vede quindi interventi individuali e report dei tavoli, dove per decidere si usa il metodo della sintesi . Del resto non sono emerse grosse differenze d’interpretazione della fase e di proposte conseguenti e, contemporaneamente, le proposte sono da riportare nei territori, da discutere , per poi comunicare le decisioni delle situazioni e così via.
Alcune delle proposte da valutare nei territori: riunioni intermedie, tra un nazionale ed un altro, delle reti territoriali; focus periodici sulle dinamiche di gruppo, la cura, modalità e tempi di decisione; campagne di boicottaggio verso le produzioni agricole inquinanti e la GdO (Grande Distribuzione Organizzata); casse di solidarietà da fare in tutti i mercati locali a sostegno della mezza luna rossa kurda; incremento delle pratiche e delle analisi nel rapporto città/campagna, favorire i rapporti con le altre situazioni trovando punti di convergenza nel conflitto e nel progetto. Le decisioni prese ed operative riguardano sopratutto i prossimi appuntamenti. Per chi vuole approfondire, a breve dovrebbero comparire i diversi report, nel blog di GC ed in quelli delle reti territoriali.
La serata continua con dirette radio, come Radio Contado, spazio Autogestito in Radio Wombat di Firenze, lo spettacolo teatrale El Panadero, convivialità, la cena, la la musica con i compagn* Quelli di Anarres e Leggittimo Brigantaggio, coinvolgenti nel loro folkrock! Abbiamo scelto di comunicare comunque le performance, senza dare molto risalto alla cosa, per evitare che gli eventi artistici prendessero il centro della scena. Vogliamo divertirci senza contribuire ad una ideologia del divertimento e basta!
La domenica Mercato senza mercanti al Forte; diretta radio attraverso Radio Onda Rossa Rossa” di Roma; incontro con i/le compagn* della Rete Kurdistan Italia e di UIKI, per la presentazione del libro Make Rojava Green Again, dove il dibattito si è allargato dalle proposte agroecologiche e di autogestione alla drammatica situazione dovuta all’attacco dell’imperialismo fascista turco e dei suoi sodali tagliagole, affiancati dalla complicità di tutti gli altri stati! Spazio bimbi, musica itinerante, assaggi di prodotti ecc. hanno caratterizzato il resto della giornata. Saluti e partenze…
Alla fine sono stato lungo, compendioso ed ovviamente parziale. Cosa trarre da questa tre giorni? Credo che stiamo assistendo ad un cambio di passo nell’integrare le attività rurali con i territori ed i suoi abitanti; nello sviluppare pratiche che permettono una relazione più profonda tra le persone e con i movimenti urbani; nel definire un “qui ed ora” per indicare strade dove far vivere la generalizzazione dell’autogestione, dalle lotte alla costruzione di reddito e resistenza; nel comunicare al meglio le iniziative locali, superando il localismo; nell’introdurre nuove riflessioni ed operatività attraverso i percorsi dell’agroecologia; nel combattere l’ipocrisia del “capitalismo dal volto verde”; nel definire meglio i progetti e le alleanze nelle pratiche libertarie.
Ma molto c’è da fare per incrinare la barbarie dei rapporti sociali capitalisti! Ovviamente. GenuinoClandestino è comunque parte del percorso collettivo per superare e distruggere lo stato presente delle cose, fatte di dominio e sfruttamento, cose che non sopportiamo molto e non ci piacciono. Ne riparleremo e scriveremo, mentre si opera.
Bak